venerdì 30 settembre 2011

Della Lucertola e del momento perfetto

Giovedì c'era una luce speciale, bhe, sarebbe stato meglio averla Mercoledì, la vera giornata di riprese, ma almeno con le still photos abbiamo recuperato qualche bello scatto più azzurro e luminoso. Dico abbiamo, ma in realtà io facevo solo da compagnia, il DOP si è un po' arrangiato da solo e si è fatto bastare me come assistente e grip, un tipo simpatico, over 60, sempre super sorridente.
Lui inquadrava e variava le esposizioni, io ammiravo una bellissima e piccola lucertula maculata a 15 cm da noi che beatamente si godeva il tepore e se ne infischiava della nostra presenza.
Questa insolita compagnia mi ha indotto ad una serie di riflessioni, e se qualcuno dovesse ritenerle stupide sappia che, come attenuante, ero sveglia dalle 4 del mattino, quindi poco lucida in generale e sul depresso andante in ogni caso.
Quando lavori su di un film le persone con cui trascorri anche 16 ore di lavoro al giorno divengono la tua famiglia temporanea, e condividi tanto che ti sembra impossibile non rivederli mai più; invece è prroprio quello che più spesso accade, non li vedi più, soprattutto quelli stranieri con cui sai che è davvero improbabile capiti una nuova occasione di lavoro.
Guardavo la lucertolina più bella che io abbia mai visto e pensavo che quel momento era preziosissimo perchè non l'avrei mai più rivista, non poteva esserci nuovamente un allineamnto così perfetto del caso tale da consentirci di trovarci tutti nello stesso posto e nella stessa situazione.
Dovrei ricordarmi più spesso di questo, e forse agiure di conseguenza; a cosa serve struggersi e vivere al massimo dell'amplificazione le nostre sensazioni se poi restano li a farci solo da tortura mentale?
Avrei dovuto dire qualcosa, stringere le mani una volta di più a questi estranei con cui per una brevissima parentesi di tempo ho condiviso spazi e esperienze, forse non iniststere con lo sguardo sul sorriso disarmante del props più carino in circolazione ma scambiarci una parola di più, magari scoprire che dietro quel sorriso c'è altro o proprio nulla, ma arginare questo dubbio angoscioso che fa di me una donna ufficialmente infelice perchè non è sincronizzata con il resto del mondo.
Verdeazzurro, ti chiamerò così, sei solo un altro dei miei fantasmi, di quelli che nella solitudine delle mie insonnie mi hanno tenuto la mano in attesa che calasse il buio; nessuno di voi è mai stato reale, nessuno di voi farà mai realmente parte di questa mia vita, perchè nessuno di voi mi ha considerato abbastanza, e a volte, in fondo, non so darvi torto.

domenica 25 settembre 2011

Non è mai un caso

Da oggi tre mesi al Natale, oggi un anno importante da ricordare per qualcuno, auguri, oggi scoprire che il grande amore della tua prima giovinezza è felicemnete sposato (auguri) mentre tu sei solo l'ultima di tutta la tua cerchia di amici a non sapere neanche che fine farai. Oggi c'era bisgogno invece di buone notizie, di un briciolo di carica per affronatre la settimana con gli australiani, lavoro, orari impossibili, imprevisti con la pala.
Ci sono scoperte che sono vere e proprie epifanie, e pesano come enormi badili con cui devi imparae ad andare in giro.
Dove ho sbagliato? Perchè a me non è andata così? Perchè sto qui a illudermi che avere una casa mia, quattro mura in cui poter rinchiudere i miei sogni bastino a farmi sentire meno sola?
E poi c'è questa storia delle sparizioni con cui sto andanmdo ai pazzi, e non c'è nulla da fare, non ci si sente mai del tutto privi dei sensi di colpa quando qualcuno a cui volevi un hgran bene scompare dal tuo campo visivo e smette di essere qualcuno a cui puoi telefonare per fare gli auguri di Natale.
Non è un caso forse che questi pensieri arrivino, funesti e pesantissimi, a tre mesi dalla festività che amo di più; allora forse dovrei pensare di darmi un ultimatum, e arrivare a Natale con intenti di cambiamneti forti, che mi facciano sentire migliore, e meno in difetto con il mondo.

lunedì 19 settembre 2011

La bella stagione viene da dentro...

E' incredibile come queste settiman siano volate, spesso nei momenti più complicatii ho avuto un'irrefrenabile desiderio di scrivere, ma poi, risucchiata da qualche vortice di impegni irrinunciabili ho lasciato scorrere i giorni senza dare tracce di me.
Cosa significa il titolo di questo post?
E' una frase che ho letto sulla parete di grafite delle ragazze che lavorano in produzione come responsabili comparse, due simapticissime e napoletanissime donne a cui eveidentemnete è di grande aiuto varcare la porta dell'ufficio e trovarsi davanti questa frase che altro non è che un invito a volersi bene, a d avere fiducia in se stessi, ad indossare delle lenti virtuali di positività, anche se fuori non c'è nulla che faccia pensare a qualcosa di positivo.
Temporalmente qui è ancora bella stagione; le giornate si sono un po' accorciate, si, ma la luce è bellissima e i riflessi al tramonto sono incantevoli, per non parlare del mare ( per chi può andarci, sigh!) sgombro dalla folla di Agosto è ora decisamente più praticabile; eppure il bello di fuori molto spesso non riesce ad investire anche il dentro, e lo so bene io che ho avuto giornate nere e con un umore sottoterra mente fuori c'era un sole spettacolare!
La bella stagione, quella di dentro è immagino un lavoro di perfezionamneto continuo, come coltivare orchidee o attendere con pazienza che spunti un germoglio, e forse crederci sul serio è un traguardo a cui si giunge in maniera direttamnete proporzionale ai proprio anni.
Chissà....