sabato 29 ottobre 2011

Ciao Marco

http://www.youtube.com/watch?v=u-zoscIKT_s&feature=aso

Domani, una settimana da una scomparsa tragica di un ragazzo che aveva negli occhi una luce speciale.
Per non dimenticare, e per ricordare che troppo spesso, fuori dai circuiti di gara ci sono tanti ragazzi, anche più giovani, che perdono la vita in strada e di cui nessun telegiornale da notizia.
Il Sic piaceva persino a me che non sono una fanatica di moto gp, piaceva a tutti coloro che nello sport vedono la messa in opera della passione. Riposa in pace.

mercoledì 26 ottobre 2011

Controllare e lasciare andare

L'autocontrollo è tutto o quasi, e a volte serve averne in quantità massiccie per non crollare proprio nei momenti più difficili, io mi sono sempre compiaciuta di essere capace di grandi apnee emotive, salvo poi arrivare, come ora, al punto che se non lascio andare qualcosa dei miei nervi, delle mie tensioni, delle angoscie e delle rabbie tenute a bada, forse rimarrò senza fiato sufficiente a dar voce alle speranze.
Ieri ho dato a me stessa un'altra prova di come sono brava a frenare, eppure oggi, invece di potermene sentire soddisfatta, accuso tutta l'amarezza di essere una donna troppo perbene; perchè invece dovrei parlare, dovrei dire quello che non va, avrei dovuto mesi fa mettere un punto di acutissimo risentimento con chi, una donna, ha avuto la cattiveria di prendersi una mia illusione e farla diventare la propria realtà, salvo poi scaricarla e ripescarla con l'andare delle lune.
La scorrettezza, la cattivera, la piccineria, sono tutte cose di questo mondo, lo so bene, ma perchè tollerarle oltre ogni limite?
Sto lavorando ai miei buoni propositi per il nuovo anno e di una voce sono sicura: non permettere a nessuno di prendersi ciò che è tuo.
Le settimane stanno volando, il mio autocontrollo da prova di essere antisfondamneto per tutto quello che intatnto accade: cont iche si accumulano e nuove spese che urgono, scadenze improrogabili, i lavori di casa ancora in stand by e nessuna nuova chiamata di lavoro, il deserto affettivo e il peso di stare in una relazione in cui dai e non ricevi quasi nulla, e nulla in cui poter sperare che per voi ci sia un domani reale, fatto di vita insieme figli, famiglia.
Io che credevo potesse bastarmi questo, vivere libera, mi accorgo di quanto avrei bisogno di un progetto a due: che poi riesca o meno poco importa, ma sono stanca di questo errare in solitaria in cui alla fine sono sempre quella che porta sulle spalle lo zaino più pesante.

martedì 18 ottobre 2011

Calore...e il meteo non c'entra

Io sono una che detesta il caldo; se il termometro sale al di sopra dei 25 gradi divento insofferente. L'unico luogo caldo in cui sono stoicamnete tollerante è la Sicilia, perchè per amore di qualcosa ( e qualche volta, di qualcuno) si è disposti a compromessi. Ma non si tratta di Sicilia, nè di amore qui, si tratta della consapevole mancanza di calore che genera un freddo che non si combatte a strati di maglioncini di lana.
Sono più che certa che quello di cui sto parlando non è qualcosa di noto a me sola, ma a tutti coloro che vivono una stagione di solitudine e torpore in cui, qualunque sia la temperatura fuori, hanno freddo.
E lo so che è illogico, perchè di solito quando si ha freddo ci si muove, si fa in modo di accaldarsi e accusare meno la bassa temperatura, io invece sto rimanendo  immobile e sto di fatto mandando a puttane molto più che la possibilità di riscaldarmi, mi sto giocando tutte le possibilità.
Così in questa detestabile inedia che fa di me una disoccupata angosciata, il desiderio di calore si traduce in fame di cose buone e coccolose, con risultati evidentemneti disastrosi sul resto ma tant'è...
Penso che per reazione ora preparerò una torta di mele un po' particolare, ma sarà da regalare, almeno questo giro eviterò calorie aggiunte:
La ricetta base è:
400 gr di farnia 00 ( ma io la taglierò con quella di farro, mi piace troppo quel tocco rustico)
150 gr di burro
200 gr di zucchero
4 uova
1 bustina di lievito
scorza di limone grattuggiata
1 bicchiere di latte
a cui aggiungero un tris di mele: pink lady, royal gala e limongella( una qualità di mele piccole e saporite leggermente acidule) e al posto dell'amata uvetta una ricca manciata di chicchi neri di uva fragola, sufficienti a creare l'equivoco: mirtilli???:-)
Per arricchire la torta poteri aggiungere pinoli o altra frutta secca, ma voglio che resti assolutamnete morbidissima, e perciò penso monterò i bianchi a parte amalgamandoli alla fine.Naturalmente, dovesse mai riuscire non mancherò di postare un reportage fotografico.
Nota al margine: amo cucinare, amo soprattutto fare torte, biscotti, dolci in genere, ma darei qualunque cosa in questo momento per poter avere "calore" da qualcosa d'altro, qualcun altro che non sia una soffice e profumata torta di mele.

domenica 16 ottobre 2011

Del gatto e del topo, e di come in fondo il destino sta tutto li, nel nascere felino o roditore.


Questo è Zucchero, il gatto che ho raccolto lo scorso 1 Dicembre, in piena notte, mentre cercava di farsi ammazzare attraversando la strada. La storia di Zuzu è, come tutte quelle dei miei felini(uno normale? Manco a pagarlo!!!) particolare: vedendo questo gattino che noncurante delle macchine passava e spassava per il viale inchiodai e scesi dall'auto. Lui, dopo avermi fatto un po' di cerimonie si infilò in auto,  e accomodatosi sul sedile lanciò significativamente  uno sguardo come a dire: "NNAMO?!". Inutile dire che ho esitato proprio poco, quei 3 millesimi di secondo, non di più. Nel percorso fino a casa pensavo desse di matto, i gatti detestano la macchina, lui invece passeggiava allegramente sul cruscotto della mia smart, e io già vedevo la mia patente fatta a pezzi dalla volante che certamnete sarebbe spuntata alla prossima svoltata. Zucchero è sordo, l'ho scoperto solo dopo mesi, unico tra i gatti di casa a non fuggire al suono dell'aspirapolvere e del phon, nonchè l'unico a non rispondere al suo nome o al richiamo acustico della pappa( per lui usiamo quello visivo scuotendogli sotto il naso le crocchette o la scatoletta). Amo Zucchero doppiamente perchè è sordo, perchè capisce quello che gli dico, e mi ha fatto persuadere che i gatti leggono il labiale (è concesso un energico scuotimento del capo: ebbene si, chi vi scrive è pazza).
La sera che ho raccolto Zuz avevo anche conosciuto una persona che mi piaceva, mi era sembrato un ottimo segnale, ma poi....nada, però mi è rimasto Zucchero che è come si vede dal video un supercacciatore. Mi viene quasi da dire povero topino! Tra l'altro il micio pretendeva di introdurre il trofeo in casa e riscuotere il suo premio, la nonna non è stata d'accordo però.
Una volta mi sono data una spiegazione del perchè mi piacciono così visceralmente i gatti e la spiegazione deve essere nella mitologia che li vuole dotati di sette vite: la loro forza la loro indipendenza li rende quasi da emulare per me, che vorrei davvero, anche solo per finta, credere di avere 7 vite da spendere per poter fare tutto quello che in questa vita non ci sta. Nulla contro i topi o la trasposizione linguistica del vocabolo a definire ,uhm, donne di allegrezza comprovata, solo che il gatto è gatto, anche se sembra solo il più forte. Noi gatti mi viene da dire, vi siamo anche un po' antipatici perchè"cadiamo dempre in piedi", non elemosiniamo il vostro affetto come i cani, ce la sappiamo cavare anche se vi dimenticate di noi, ma poi a volte facciamo la fine dei fessi, uccisi avvelenati, torturati, e allora mi viene da pensare che forse il topo,( per non paralre della sua trasposizione linguistica riferita alle donne!)platealmente schifato da tutti forse se la passa meglio, perchè non ha carezze da rimpiangere, e semplicemente pensa a sfuggire al gatto di turno.
Comunque, come si sarà notato,oggi per una serie di ragioni personali ( relazioni sentimentali? Giuro mai più) è stata una pessima giornata; avevo in programma di cuocere almeno 3 dolci invece ne ho fatto solo uno e cucinato per tutti una pasta con la besciamella al gratin con i funghi porcini che però devo dire è stata apprezzata.
L'unico dolce fatto, contrariamnete alle aspettative è  venuto molto bene, eccolo:

150gr farina bianca 00
50 gr farina di farro
150 grammi di burro
150 grammi di zucchero di canna ( più profumato è meglio è, io avevo l'eridiana ed è andato cmq)
2 uova intere
120 grammi di noci sgusciate e spezzettate grossolanamente
1 bustina di lievito
1 bustina di vanillina
1 bicchierino abbondante di nocino( liquore di noci)
1 bicchiere piccolo di latte.

Ho lavorato (io mixer, ma anche a mano se po' fa) uova e zucchero per farlo gonfiare, aggiunto farina setacciata con il lievito la vanillina e un pizzico di sale, noci tritate, latte burro fuso e a temperatura ambiente e il bicchierino di nocino. Amalgamato bene il tutto e posto in una teglia da forno di circa 22/23 cm, a 180° forno ventilato per circa 40 min( prova stecchino of course.)
Importante l'affaire liquore: se non si ha il nocino io lo ometteri e basta, ha un sapore così particolarec he vedo difficle poter trovare un'alternativa che ben si sposi al resto.
Se si esagera con il nocino( come è capitato a me, ops!) è importante posizionare la teglia nel forno non troppo in alto così che il liquore che tenderebbe a depositarsi sul fondo della torta, abbia modo invece di poter essere distribuito assieme al calore, uniformemente.
La prossima volta credo aggiungerò del cacao amaro di ottima qualità e lo proporrò in formato monodose.
Detto ciò, e avendo mangiato una larga fetta di suddetta torta ( ipercalorica, ça va san dir..) vado a nanna appesantita in più da profondo senso di colpa  post pappaoria domenicale, sigh.

venerdì 14 ottobre 2011

If you can dream it, you can see it( versione "yes we can" del vecchio "volere è potere"

E così sono al punto che scrivo, aggiorno, correggo modifico secondo necessita i miei curricula, italiano e inglese, lancaindoli nel wildwideweb, che in fondo ha più o meno lo stesso significato di arrotolare un foglio e affidarlo al fluttuare di una bottiglia a zonzo per l'oceano mare( e l'idea spesso mi è venuta...pessime influenze da romanzetto rosa).
Ho scoperto però che in realtà più che con la reale motivazione di cercare e possibilmente trovare un lavoro, è la necessità di avere qualcosa in cui riporre fiduciose speranze, un'illusione ecco. Perchè lo so da me che l'agenzia di Pr più prestigiosa di New York non sta certo aspettando me per un'intership, e so bene anche che le film commission di mezza Europa non mi prenderanno in considerazione nenache per fare i caffè, ma ho bisogno di avere qualcosa che mi tenga aoccupata, ma soprattutto occupi la mente in altro rispetto a quela massa informe di cui sopra( due giorni fa...come si può notare il processo è alacremente degenerativo).
L'illusione di oggi è immaginare un'intership di 6 mesi a Vienna, la città d'Europa tra quelle visitate che amo di più; immaginarmi a passeggiare nel Freyung nel mese in cui aprono i meractini di Natale, proseguire fino alla mia libreira preferita e alla sala da the che è giusto alle spalle. andare di sabato mattina al meraviglioso Nachtmarkt e spulciare tra le vecchie cose a caccia della piccola nuova preziosità che viene dal passato, e chissà, magari mentre ritorno verso casa e attraverso le bancarelle alimentari e i chioschi di punch incrociare nuovamnete quella allegra cricca di finti Babbi Natali equel magnifico esemplare di finto Babbo natale dagli occhi più blu che io abbia mai visto e dirgli stavolta: " Ho fatto la buona giuro,me lo fai un regalo?"(Nb: Quando ho realmente incontrato suddetta riunione di finti Babbi Natale 2 anni fa a Nachtmarkt, la mia compagna di viaggio mi ha dovuto sradicare e riposizionare manualmente la mascella che era in caduta libera...)
Una volta mia mamma sognando ad occhi aperti non so quale vacanza esotica mi disse: " Se devi sognare fallo in grande, a ridimensionare fai sempre a tempo", e a dire il vero è una delle pochissime cose con cui io mi sia mai trovata d'accordo con lei: dopotutto c'è chi per non pensare beve, fuma, sis droga, si scopa chi gli capita a tiro, si abboffa di cioccolata e affini..io in fondo per non pensare, semplicemente penso ad altro.Non mi pare un rimedio da scartare, no?


Super casetta delle fiabe della pasticceria e caffè Demel..not to be missed!

mercoledì 12 ottobre 2011

Rianimazioni

L'ultima volta che ho avuto così tanti pensieri in testa tutti allo stesso tempo credo sia stato prima dei vent'anni, praticamente una vita fa. La differenza sta che all'epoca, quando mi sembrava di essere sopraffatta dalla massa informe di pensieri per lo puiù angosciosi ( nulla è cambiato su questo fronte), avevo almeno la consolazione di essere molto giovane e di avere quindi buone probabilità di dipanare la massa informe e diventare una persona "normale". Inizio a pensare seriamnete di dover rinunciare a questa prospettiva, anzi, credo di averlo già fatto. Rinuncio, come a Satana al momento del battesimo, rinuncio come se stessi allontanando da me qualcosa di piacevole e alltettante, perchè in fondo raccontarsi la bugia che si, si hanno ancora taaaante possibilità, è una tentazione pericolosa alla pari del cornutissimo Lucifero mi pare.
Cerco conforto e soccorso in quel briciolo di logica rimasta in dotatzione, e l'unica cosa sensata che mi viene ein mente è : "Siediti e aspetta", e non mi pare un concentrato di saggezza a dirla tutta.
Oggi ho partecipato ad un corso di soccorso per le manovre di disostruzione in caso di soffocamneto pediatrico, con ampi cenni in realtà sulla riuanimazione cardiopolmonare e le varie situazioni che possono avere luogo con bambini o anche adulti.
Il mio più grande desiderio frustrato resta la medicina: nipote di medico chirurgo e  e di un'ostetrica sono la prova che la genetica è più forte delle nostre carenze scolastiche: dopotutto ero una pippa iun matematica esattamnete quanto in latino e greco, vai a capire perchè mi sono sempre preclusa gli studi medici...
Ad ogni modo avrei voluto che il corso si prolungasse per poter fare altra pratica sui manichini, acquisire ulteriore confidenza con le manovre, memorizzre meglio le sequenze delle direttive internazionali; mentre ritornavo verso casa ho capito un paio di cose( periodo di epifanie a quanto pare, una più incredibile e preoccupante dell'a'ltra) sul perchè io viva con grande frustrazione la mia condizione di lavoratrice precaria: finora pensavo fosse solo per orgoglio ferito, dal momento che in famiglia già non sono considerata una cima, ci mancava solo non avere ancora alla tenera età di 31 anni una carriera degna, oppure per inadegauata qualità di vita che mi porta a dover comunque cercare sostegno economico, invece credo che una componente molto forte sia che ho paura di essere e sentirmi INUTILE.
Chissà perchè nella mia mente è importante che ci si possa sentire utili a questo mondo: deve essere anche questo colpa di mio padre, la persona meno disponibile che io abbia incontrato ( con me si intende), ma un vero e proprio faro di riferimento per chiunque altro. Chiunque sa di potersi rivolgere a lui per qualunque cosa certo che si farà in 4 se non in 8 (tanto c'è di che dividere, data la mole....che cattiva eh?) pur di poter dare una mano, e io, rabbia a parte per il nostro iter (ANA)affetttivo ho sempre ammirato questa cosa e probabilmente ho deiserato da sempre poterlo emulare. Deve aver a che fare con un'idea distorta di amore a ben pensarci, perchè nel caso di mio padre credo che sia il bisogno di ricevere la riconoscenza altrui a muovere inconsapeolmente la sua disponibilità, e si sa che la riconoscenza è un surrogato molto potente di tutto quello che manca. Vedi un po' se nel cuore della notte devo ragionare su certe cose e scoprire quasi, mio malgrado, di avere più cose in comune con quest'uomo di quanto vorrei.
Ho deciso in ogni caso di seguire gli altri corsi della croce rossa italiana, magari diventare volontaria, perchè certo ormai cardio chirurgo non posso puiù diventare, ma non è detto che questo non significhi essere d'aiuto.
I programmi della Croce Rossa italiani prevedono volantariato di vario tipo, e a me piacerebbe anche far parte di un team che pratichi pet terapy e clownerie nei reparti più difficili; forse è anche il bisogno di fare qualcosa di concreto considerando che il mio lavoro è centrato su quanto di più effimero ci sia, ritagliarsi uno spazio per la realtà seppur dolorosa, può essere l'inizio di una rinascita. Attendendo allora che per strade alternative avvenga una prodigiosa novella maieutica...invito tutti a visionare il sito della croce rossa italiana e prendere confidenza con le semplici istruzioni in esso riiportate.

mercoledì 5 ottobre 2011

Esitare va benissimo, ma poi fai quello che devi fare.
Cercherò, anche se non sono certa di sapere cosa fare.Non ancora.

lunedì 3 ottobre 2011

Happly ever after...

Anche io a 60 anni suonati spero di essere sul punto di organizzare il mio matrimonio, indipendentemente se ci sia stato uno prima o meno. La mia amica Mrs W. si sposa l'anno prossimo, seconde nozze, con un uomo che ama e che la adora, entrambi con famiglie gia formate alle spalle e da tempo adattate a questa formula di famiglia allargata.
Dico che spero di trovarmi a 60 in questa situazione perchè siccome lo scorrere del tempo mi sta paralizzando e rendendo tutto più difficle, bhè mi auguro quantomeno di avere la fortyuna di restare così fuori dagli schemi da pensare ad una vita insieme finchè morte non ci separi avendo già svoltato la boa.
Insieme. Da quanto tempo è una parola a me estranea...eppure non è colpa di nessuno, siamo solo barchette che viaggiano sullo stesso rivolo d'acqua, e forse insieme è solo questo guardarci a distanza vigilando che l'altro non coli a picco.
Ma c'è un "insieme" diverso? VOrrei scoprirlo, intravedere in un mio progetto una possibilità di condivisione, sapere di poter fare da soli va bene, ma anche il piacere di avare qualcuno con cui discorrere del tempo mentre fuori dal finestrino c'è un paesaggio che muta continuamente.
Io sono sola, anche in coppia, perchè insieme è una parola che mi terrorizza, quasi più delle rughe che potrò avere, campando, a 60 anni.
Insieme è anche accorciare le distanze e limitare le proprie possibilità, scendere a compromessi più frequenti e non poter sempre avere il controllo della propria vita.
Ma mi sa che "insieme" sarà necessario se un giorno smetterò di precluddermi a priori la possibilità di una famiglia, perchè è solo insieme che una famiglia è tale, nel senso più autentico e tradizionale della parola.
Intanto questa solitudine carica di promesse, promette per ora solo tante illusioni, di cui quest'anno è stato particolarmente ricco.
Insieme era una parola che io e il mio amico adorato A. pronunciavamo spesso, ma lui è sparito, inghiottito da qualche altro insieme, forse troppo occupato a fingere che 10 anni di condivisione non sono importanti, non abbastanza da alzare un telefono e chiedere: "come stai?". Non è tempo per ricordare chi, in maniere diverse, non c'è più. E' tempo invece di guardare nella direzione giusta, perchè non puoi cercare nel posto sbagliato e consolarti pensando che sei stato sfortunato. La fortuna non esiste. Esiste il coraggio di continuare a cercare lo stesso, dovunque l'istinto senta che è la direzione giusta.