mercoledì 2 novembre 2011

Commemorazioni

Un anno fa esatto mi laureavo. Un anno fa ero piena, traboccante di soddisfazione, anche se ci erano voluti troppi anni per tagliare il tragauardo, anche se tra parenti e amici seduti ad ascoltare la mia discussione mio padre non c'era, soddisfatta nonostante mancassero altre persone importanti.
Succede così, ripensando a quel giorno, di riflettere sulla celebrazione della commemorazione dei defunti, che finquando andavamo a scuola era solo sinonimo di ponte lungo e pellegrinaggi al cimitero.
Con gli anni ho imparato a mie spese che spesso mancano come i defunti persone che non sono sepolte al cimitero, persone che camminano respirano magiano e dormono, ma semplicemnete hanno deciso di non esisitere più per NOI.
Questa constatazione è terribile per me, mi mette dinnanzi alle "perdite" subite una volta di più e mi sembra che non ci si adavvero come contrastare questa tristezza dal momento che non c'è nemmeno una lapide su cui andare a depoore un fiore e lasciar scivolare una lacrima.
Ero felice con il mio 110 e lode, stupidamente orgogliosa di quel traguardo tardivo, eppure oggi, dopo 12 mesi esatti faccio i conti con la realtà, e quella gioia è rimasta momentanea perchè in fondo è stato tutto sbagliato, perchè mi sono resa conto che anche così, anche provando a essere diversa da me, non vado bene. Per questo capisco come debbano sentirsi quei poveri animali in gabbia, chiusi nei canili speranzosi che qualcuno li porti via da li: provi ad essere al tuo meglio e migliore di quanto sei purchè qualcuno si prenda cura di te, perchè non vuoi essere nuovamente abbandonato, perchè hai dannatamente bisogno di una carezza. Dicono che al canile puoi sopravvivere; pensando a questo cerco di guardare avanti e di pensare che posso ancora avere tutto per me un pezzetto di cielo da guardare e in cui sperare.