martedì 6 dicembre 2011

Biscotti per tutti!

Già, quest'anno biscotti, e quando ho diffuso la notizia agli amici che, causa austery, seppur involantaria, un bel sacchetto di biscotti homemade sarebbe stao il mio regalo per tutti mi aspettavo silenzi imbarazzanti, e invece...un grande entusiasmo!
Sarà perchè sono l'unica tra le ragazze a dilettarmi di cucina, e l'unica ragazza tra le conoscenze dei maschietti a recpitare loro dei bisoctti..sta di fatto che si sono (sinceramnete) illuminati, e la cosa non può che avermi dato un'ulteriore entusiasmo nela selezione dei biscotti da offrire.
In realtà vorrei farne decine, o che dico, forse di più, ma mi limiterò a 5/6 tipo apllicando poi delle varianti in ripieni e colorazioni.
Alcuni dei biscotti sono stati già testatissimi, e ognuno di loro ha una piccola storia:come i gingerbreads la cui ricetta la devo al mio fantastico viaggio in Svezia un po' di anni fa, qunado acquistai uno splendido cutter a forma di alce con tanto di occhi e corna lunghissime( qualcuno, non a torto potrebbe insinuare che me le vado a cercare allora!) e su cui quest'anno intendo prodigare tutta la mia pazienza e fare decorazioni con lo zucchero fondente.
Ricotrdo ancora il negozietto in Gamlstan, in cui acquistai il cutter e bellissimi candelabri di legno, alcuni splendidi regali tra cui grembiuli design e un pettirosso di carta pesta per la mia mamma. E pensare che saremmo dovute andare a Vienna, ma il biglietto per Stoccolma era più economico...( e a Vienna ci siamo state l'anno dopo!;-p) 
Altro cavallo di battaglia sono i semplicissimi biscotti regina, siciliani e profumatissimi, scoperti grazie a quel gran calcio nelle p...dell'exex fidanzata( sicula) di un mio amico siculo di cui al momento non si ha notizia, ma che, se ha fame, tornerà. I Regina sono dei biscotti lievitati, morbidi e profumati ricoperti di semi di sesamo che a seconda della zona della Sicilia si trovano modellati ad S o a bastoncino. Nella versione natalizia li aromatizzo con la buccia grattuggiata dei mandarini del nostro giardino e sono davvero ottimi a tutte le ore.
I cantucci ( che ho recentemente scoperto gli americani chiamano "Biscotti") declinati in tutti i modi, spesso a quello che ho in dispensa, quest'anno li farò pistacchi e cranberries, ispirandomi ad un sito, americano appunto (allreceips.com) con i colori cha fanno tanto Natale, ma non escludo di farne anche un po versione brown cacao e nocciole, che piaceva tanto ad un certo qualcuno che non c'è più e che, ehm, pur apprezzando la bontà dei biscotti preferiva addentare altro!

Per le "new emtries", qualcuna già sperimentata giusto per non trovarmi impeparata, i chocolate crincles, anche nella versione espresso della bravissima Sandra (Le Petrin), i linzertorte biscuits per i quali ho fatto l'investimento di un meraviglioso stampo con estrattore e sagome centrali intercambiabili( Wilton), dei sandwich biscuit in versione bianca con crema gianduia e al cacao con crema ai pistacchi...ma tanto lo so che non riuscirò a contentermi, e con la scusa che devo farne per tanti dividerò il lavoro in due se non tre sessioni e quindi avrò modo di provarne proprio tanti!;-)
Devo dire che quest'anno Natale non ha quell magia come di solito, anche se spesso Dicembre per me è stato un momento di grandi sorprese, avvenimenti insoliti sorprendenti e assolutamnete indimenticabili, e quindi tenderei ad essere nonostante  tutto,ottimista. E comunque, nel grigio generale, nel clima di recessione che ti fa pasare la voglia anche di andare a farti il manicure, io cucinerò biscotti, biscotti in gran quantità, e mi viene in mente il personaggio di Isy( grey's anatomy) che nei momenti di crisi, presino gravi come quello della morte del suo futuro marito, infornava come un'automa decine e decine di muffins di proporzioni improbabili.
Considerando il fatto che non ho problemi a parlare di me stessa come di qualcuno a cui manca qualche Venerdì... Isy style sia!:-)
Posterò ricette e foto dei risultati di tanto (terapeutico?) accanimento: che io debba essere quasi riconscente al calendario di avere una così buona occasione per sfogare le mie energie??!!

lunedì 5 dicembre 2011

Io sono il mio lavoro

Mesi fa una mia amica di vecchia data ha avuto il suo primo figlio( succede fin troppo spesso ultimamente, e intanto il mio orologio biologico sembra proprio rotto) e siamo andate in delegazione noi ancora etranee al mistero della maternità a portare gli ossequi come i Magi alla capanna. Aldilà di una serie di ovvietà che in questi casi si dicono( quant'è bello...somiglia a te...quanti capelli!!!) abbiamo avuto la telecronaca del parto( e ce la saremmo evitata volentieri) e il preciso sentore che tutte quelle cose che si dicono sulle emozioni della maternotà siano un modo per pubblicizzare e favorire l'incremento delle nascite, e basta.
Anyway... ingenuamnete io le ho chiesto quando sarebbe rientrata al lavoro immaginando quanto avrei desiderato io nella sua condizione riprendere un ritmo di vita normale in cui non ci si senta una mucca dispensatrice di latte ogni 3 ore ma  ancora una seria professionista che ama il suo lavoro. alla risposta mi sono penstita di aver formulato la domanda; non solo ho scoperto che la mia amica aveva usufruito di un permesso extra maternità( retribuito) ma sarebbe rientrata a Febbraio 2012 con orario ridotto.
Sono rimasta zitta ma sono certa che il m io viso ha tradito il mio pensiero: non discuto il legittimo desiderio di godersi le famose "gioie della maternità" e il pupo quanto più è possibile, quanto piuttosto questa accanita ricerca di escamotages per fottere lo Stato, la Società lavorando il meno possibilimente possibilmente ricavandone il massimo sotto il profilo economico e adornanre la cosa con la storia dell'amore materno su cui nessun politico( magari manco Brunetta) oserebbe mettersi contro.
Nulla contro la mia amica, ha la possibilità di fare questa scelta e stupida sarebbe forse a non approfittarne, ma questo è per me spunto di una riflessione piuttosto amara: la gente lavora ma non ama il proprio lavoro.
Certo, se ti dessero la stessa quantità di denaro per la metà dell'impegno e del tempo che dedichi al tuo lavoro...bhè, piacerebbe a tutti, ma è possibile che nessuno dia dignità al lavoro come forma di espressione di quello che si è?
Nelle svariate esperienze lavorative ho avuto modo di rendermi conto che quello che si esprime nel proprio lavoro, in termini di comportamneti e impegno e onestà, dice molto delle persone, e fa intravedere quello che in un contesto extra lavorativo magari neanche immagineremmo.
Capisco che è ovvio, non tutti fanno il lavoro dei propri sogni, e capisco che sia frustrante e poco gratificante, ma tant'è, è lavoro, è quello che se accadrà qualcosa di terribile nella tua vita potrà costituire una valida ciambella a cui appendersi e con cui guadagnare terra.
Io senza lavoro, senza le sicurezze e la linfa che mi regalano le ore interminabili di lavoro sono solo una persona nevrotica nperennemnete preoccupata per qualcosa che medita e rimugina sulla propria vita trovandola un grandioso disatro per molti aspetti.
Amo il mio lavoro, amo la gente che incontri e che per un po diventa la tua famiglia, e anche se non sono diventata il cardio chirurgo che avreu voluto e lavoro per una delle cose più effimere al mondo, lo faccio con passione e non mi rispsarmio. quindi si, io sono il mio lavoro, perchè quando sono in attività mi sento la donna energica brillante e valida che potenzialmente sono, e torno a casa stanchissima ma molto soddisfatta, e ho i miei adorati ad aspettarmi. Sono fortunata.





giovedì 1 dicembre 2011

Buon compleanno Zuzu- la Tua mamma è un pollo---

Un mese volato dall'ultimo post, e mi verrebbe da chiedermi: " ma che ho fatto nel frattempo?". La risposta rischia di essere imbarazzante. Stanotte, in una delle peggiori notti insonni degli ultimi anni ho avuto un'illuminazione circa questo progressivo impoverimento di energie risorse tempo stimoli e quant'altro. La verità, aihmè, è che c'è un disavanzo notevole tra quello che do e quello che ricevo, eccezion fatta per mia madre con cui sarò in debito vita naturaldurante( ma non in termini di pazienza, di quella mia sta abusando senza alcun ritegno scatenando le mie ire).
Quando hai sentore che per gli altri sei un rifornimento e basta provi solo il profondo e istintivo bisogno di fuga, non importa dove, purchè sia da qualche parte dove non sanno ancora quanto sei pollo nel farti fregare.
E? dura ammetterlo, ma io mi faccio fregare, quasi sempre, e quasi in ogni ambito. L'ultima in ordine di tepo? Il pagamneto di un lavoro fatto più di 2 mesi fa, sollecitato più e più volte, arrivando veramnete a fr presente che se non viene inoltrato tu hai problemi a campare, quindi umiliandoti e non poco, niente da fare. Vince chi se ne fotte. Anzi, come dice un mio amico, chi mangia beve dorme fotte e se ne fotte. E io ne conosco tanti.
Oggi 1 Dicembre, ma forse mentre scrivo siamo già al 2, è un anno che ho Zuzu con me, salvato dalla strada su cui era condannato certamente data la sua sordità.
Adoro Zuzu, come tutti loro, e mi chiedo se mi possa essere perdonato il pensiero mieloso in base a cui penso che seppure io dia loro tanto, bhè sono sempre loro a dare di più a me. E questo pensiero in parte mi aiuta a sopportare il pensiero di essere un pollo che gli altri spennano da anni.

mercoledì 2 novembre 2011

Commemorazioni

Un anno fa esatto mi laureavo. Un anno fa ero piena, traboccante di soddisfazione, anche se ci erano voluti troppi anni per tagliare il tragauardo, anche se tra parenti e amici seduti ad ascoltare la mia discussione mio padre non c'era, soddisfatta nonostante mancassero altre persone importanti.
Succede così, ripensando a quel giorno, di riflettere sulla celebrazione della commemorazione dei defunti, che finquando andavamo a scuola era solo sinonimo di ponte lungo e pellegrinaggi al cimitero.
Con gli anni ho imparato a mie spese che spesso mancano come i defunti persone che non sono sepolte al cimitero, persone che camminano respirano magiano e dormono, ma semplicemnete hanno deciso di non esisitere più per NOI.
Questa constatazione è terribile per me, mi mette dinnanzi alle "perdite" subite una volta di più e mi sembra che non ci si adavvero come contrastare questa tristezza dal momento che non c'è nemmeno una lapide su cui andare a depoore un fiore e lasciar scivolare una lacrima.
Ero felice con il mio 110 e lode, stupidamente orgogliosa di quel traguardo tardivo, eppure oggi, dopo 12 mesi esatti faccio i conti con la realtà, e quella gioia è rimasta momentanea perchè in fondo è stato tutto sbagliato, perchè mi sono resa conto che anche così, anche provando a essere diversa da me, non vado bene. Per questo capisco come debbano sentirsi quei poveri animali in gabbia, chiusi nei canili speranzosi che qualcuno li porti via da li: provi ad essere al tuo meglio e migliore di quanto sei purchè qualcuno si prenda cura di te, perchè non vuoi essere nuovamente abbandonato, perchè hai dannatamente bisogno di una carezza. Dicono che al canile puoi sopravvivere; pensando a questo cerco di guardare avanti e di pensare che posso ancora avere tutto per me un pezzetto di cielo da guardare e in cui sperare.

sabato 29 ottobre 2011

Ciao Marco

http://www.youtube.com/watch?v=u-zoscIKT_s&feature=aso

Domani, una settimana da una scomparsa tragica di un ragazzo che aveva negli occhi una luce speciale.
Per non dimenticare, e per ricordare che troppo spesso, fuori dai circuiti di gara ci sono tanti ragazzi, anche più giovani, che perdono la vita in strada e di cui nessun telegiornale da notizia.
Il Sic piaceva persino a me che non sono una fanatica di moto gp, piaceva a tutti coloro che nello sport vedono la messa in opera della passione. Riposa in pace.

mercoledì 26 ottobre 2011

Controllare e lasciare andare

L'autocontrollo è tutto o quasi, e a volte serve averne in quantità massiccie per non crollare proprio nei momenti più difficili, io mi sono sempre compiaciuta di essere capace di grandi apnee emotive, salvo poi arrivare, come ora, al punto che se non lascio andare qualcosa dei miei nervi, delle mie tensioni, delle angoscie e delle rabbie tenute a bada, forse rimarrò senza fiato sufficiente a dar voce alle speranze.
Ieri ho dato a me stessa un'altra prova di come sono brava a frenare, eppure oggi, invece di potermene sentire soddisfatta, accuso tutta l'amarezza di essere una donna troppo perbene; perchè invece dovrei parlare, dovrei dire quello che non va, avrei dovuto mesi fa mettere un punto di acutissimo risentimento con chi, una donna, ha avuto la cattiveria di prendersi una mia illusione e farla diventare la propria realtà, salvo poi scaricarla e ripescarla con l'andare delle lune.
La scorrettezza, la cattivera, la piccineria, sono tutte cose di questo mondo, lo so bene, ma perchè tollerarle oltre ogni limite?
Sto lavorando ai miei buoni propositi per il nuovo anno e di una voce sono sicura: non permettere a nessuno di prendersi ciò che è tuo.
Le settimane stanno volando, il mio autocontrollo da prova di essere antisfondamneto per tutto quello che intatnto accade: cont iche si accumulano e nuove spese che urgono, scadenze improrogabili, i lavori di casa ancora in stand by e nessuna nuova chiamata di lavoro, il deserto affettivo e il peso di stare in una relazione in cui dai e non ricevi quasi nulla, e nulla in cui poter sperare che per voi ci sia un domani reale, fatto di vita insieme figli, famiglia.
Io che credevo potesse bastarmi questo, vivere libera, mi accorgo di quanto avrei bisogno di un progetto a due: che poi riesca o meno poco importa, ma sono stanca di questo errare in solitaria in cui alla fine sono sempre quella che porta sulle spalle lo zaino più pesante.

martedì 18 ottobre 2011

Calore...e il meteo non c'entra

Io sono una che detesta il caldo; se il termometro sale al di sopra dei 25 gradi divento insofferente. L'unico luogo caldo in cui sono stoicamnete tollerante è la Sicilia, perchè per amore di qualcosa ( e qualche volta, di qualcuno) si è disposti a compromessi. Ma non si tratta di Sicilia, nè di amore qui, si tratta della consapevole mancanza di calore che genera un freddo che non si combatte a strati di maglioncini di lana.
Sono più che certa che quello di cui sto parlando non è qualcosa di noto a me sola, ma a tutti coloro che vivono una stagione di solitudine e torpore in cui, qualunque sia la temperatura fuori, hanno freddo.
E lo so che è illogico, perchè di solito quando si ha freddo ci si muove, si fa in modo di accaldarsi e accusare meno la bassa temperatura, io invece sto rimanendo  immobile e sto di fatto mandando a puttane molto più che la possibilità di riscaldarmi, mi sto giocando tutte le possibilità.
Così in questa detestabile inedia che fa di me una disoccupata angosciata, il desiderio di calore si traduce in fame di cose buone e coccolose, con risultati evidentemneti disastrosi sul resto ma tant'è...
Penso che per reazione ora preparerò una torta di mele un po' particolare, ma sarà da regalare, almeno questo giro eviterò calorie aggiunte:
La ricetta base è:
400 gr di farnia 00 ( ma io la taglierò con quella di farro, mi piace troppo quel tocco rustico)
150 gr di burro
200 gr di zucchero
4 uova
1 bustina di lievito
scorza di limone grattuggiata
1 bicchiere di latte
a cui aggiungero un tris di mele: pink lady, royal gala e limongella( una qualità di mele piccole e saporite leggermente acidule) e al posto dell'amata uvetta una ricca manciata di chicchi neri di uva fragola, sufficienti a creare l'equivoco: mirtilli???:-)
Per arricchire la torta poteri aggiungere pinoli o altra frutta secca, ma voglio che resti assolutamnete morbidissima, e perciò penso monterò i bianchi a parte amalgamandoli alla fine.Naturalmente, dovesse mai riuscire non mancherò di postare un reportage fotografico.
Nota al margine: amo cucinare, amo soprattutto fare torte, biscotti, dolci in genere, ma darei qualunque cosa in questo momento per poter avere "calore" da qualcosa d'altro, qualcun altro che non sia una soffice e profumata torta di mele.