mercoledì 26 ottobre 2011

Controllare e lasciare andare

L'autocontrollo è tutto o quasi, e a volte serve averne in quantità massiccie per non crollare proprio nei momenti più difficili, io mi sono sempre compiaciuta di essere capace di grandi apnee emotive, salvo poi arrivare, come ora, al punto che se non lascio andare qualcosa dei miei nervi, delle mie tensioni, delle angoscie e delle rabbie tenute a bada, forse rimarrò senza fiato sufficiente a dar voce alle speranze.
Ieri ho dato a me stessa un'altra prova di come sono brava a frenare, eppure oggi, invece di potermene sentire soddisfatta, accuso tutta l'amarezza di essere una donna troppo perbene; perchè invece dovrei parlare, dovrei dire quello che non va, avrei dovuto mesi fa mettere un punto di acutissimo risentimento con chi, una donna, ha avuto la cattiveria di prendersi una mia illusione e farla diventare la propria realtà, salvo poi scaricarla e ripescarla con l'andare delle lune.
La scorrettezza, la cattivera, la piccineria, sono tutte cose di questo mondo, lo so bene, ma perchè tollerarle oltre ogni limite?
Sto lavorando ai miei buoni propositi per il nuovo anno e di una voce sono sicura: non permettere a nessuno di prendersi ciò che è tuo.
Le settimane stanno volando, il mio autocontrollo da prova di essere antisfondamneto per tutto quello che intatnto accade: cont iche si accumulano e nuove spese che urgono, scadenze improrogabili, i lavori di casa ancora in stand by e nessuna nuova chiamata di lavoro, il deserto affettivo e il peso di stare in una relazione in cui dai e non ricevi quasi nulla, e nulla in cui poter sperare che per voi ci sia un domani reale, fatto di vita insieme figli, famiglia.
Io che credevo potesse bastarmi questo, vivere libera, mi accorgo di quanto avrei bisogno di un progetto a due: che poi riesca o meno poco importa, ma sono stanca di questo errare in solitaria in cui alla fine sono sempre quella che porta sulle spalle lo zaino più pesante.

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