lunedì 3 ottobre 2011

Happly ever after...

Anche io a 60 anni suonati spero di essere sul punto di organizzare il mio matrimonio, indipendentemente se ci sia stato uno prima o meno. La mia amica Mrs W. si sposa l'anno prossimo, seconde nozze, con un uomo che ama e che la adora, entrambi con famiglie gia formate alle spalle e da tempo adattate a questa formula di famiglia allargata.
Dico che spero di trovarmi a 60 in questa situazione perchè siccome lo scorrere del tempo mi sta paralizzando e rendendo tutto più difficle, bhè mi auguro quantomeno di avere la fortyuna di restare così fuori dagli schemi da pensare ad una vita insieme finchè morte non ci separi avendo già svoltato la boa.
Insieme. Da quanto tempo è una parola a me estranea...eppure non è colpa di nessuno, siamo solo barchette che viaggiano sullo stesso rivolo d'acqua, e forse insieme è solo questo guardarci a distanza vigilando che l'altro non coli a picco.
Ma c'è un "insieme" diverso? VOrrei scoprirlo, intravedere in un mio progetto una possibilità di condivisione, sapere di poter fare da soli va bene, ma anche il piacere di avare qualcuno con cui discorrere del tempo mentre fuori dal finestrino c'è un paesaggio che muta continuamente.
Io sono sola, anche in coppia, perchè insieme è una parola che mi terrorizza, quasi più delle rughe che potrò avere, campando, a 60 anni.
Insieme è anche accorciare le distanze e limitare le proprie possibilità, scendere a compromessi più frequenti e non poter sempre avere il controllo della propria vita.
Ma mi sa che "insieme" sarà necessario se un giorno smetterò di precluddermi a priori la possibilità di una famiglia, perchè è solo insieme che una famiglia è tale, nel senso più autentico e tradizionale della parola.
Intanto questa solitudine carica di promesse, promette per ora solo tante illusioni, di cui quest'anno è stato particolarmente ricco.
Insieme era una parola che io e il mio amico adorato A. pronunciavamo spesso, ma lui è sparito, inghiottito da qualche altro insieme, forse troppo occupato a fingere che 10 anni di condivisione non sono importanti, non abbastanza da alzare un telefono e chiedere: "come stai?". Non è tempo per ricordare chi, in maniere diverse, non c'è più. E' tempo invece di guardare nella direzione giusta, perchè non puoi cercare nel posto sbagliato e consolarti pensando che sei stato sfortunato. La fortuna non esiste. Esiste il coraggio di continuare a cercare lo stesso, dovunque l'istinto senta che è la direzione giusta.

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