lunedì 8 agosto 2011

Io mi perdo...

Oltre ad essere disordinata, io mi perdo. Non geograficamnete intendo: anzi, ho un eccellente orientamento  a meno che io non abbia deciso di usare un gps, li allora 9s u 10 sono già persa. a parte questa eventualità non più troppo remota da quando ho fatto il mio debiuto in autostrada, dovunque io sia, New york, Roma Parigi Calcutta, nessun problema a trovare la strada. Eppure mi perdo.
Il mio carissimo amico Mike simpaticamnete anni fa mi definì "Stream of Consciouness", a volerci ridere su e pensando al buon Joyce lo si poteva intrpretare come un complimento, quando invece è bonariamnete un'osservazione critica sul mio modo di condurre il discorso così come la mia vita.
Io semplicemente vago, lascio che ci sia una completa indipendenza nei miei pesnieri, che procedano in associazione libera e che vengano fuori in volute barocche complesse e da mal d'auto, tanto da guadaganrmi il titolo di contorta per eccellenza. Pazienza, a volte perdersi ha il suo gusto, e poi come ho appena letto sul bellissimo Blog di Daphne, (Metamorfosi): "Chi vaga non sempre si è perso", e ho sussultato di gioia, come se finalmente qualcuno avesse dato la giusta chiave di interpretazione all'itinerrare della mia vita.
Dicevo, (per l'appunto), perdersi ha il suo valore, fare strade alternative è spesso un'idea ottima per cambiare prospettive, e poi c'è del gusto, anche fuor di metafora, a tirar giù il finestrino e chidere: "Scusi.....".
Anche ora in fondo mi sono persa, angosciata dalle mille cose che potrei e dovrei fare e dal desiderio di essere perfetta. Sto trascorrendo le notti con l'occhietto sbarrato, e quando incomincio a soffrire di insonnia per me è segnale di un'unica cosa: mi so' proprio persa.
Ma la strada in cui mi sono persa io non è di quelle che abbassi il finestrino e chiedi: "Scusi...", è di quelle in cui se hai fede preghi, se non ne hai...sei fottuto.
L'iimaggne che più ricorrentemente ho di me stessa è di un grosso incorcio in cui dovrei attraversare cercando di:
-non morire
-non fare appizzare le auto che cercano di evitare di spiaccicarmi
-imparare ad attraversare per poterlo fare e rifare senza rischi.
A ben pensarci credo di essere impalata su quelle benedette strisce da un po', prevenzione a smarrimenti dolorosi immagino.
Cmq per ovvie ragioni sono li in piedi sulle strisce e prego, e a dirla tutta la mia preghiera non è tanto : "aiutani ad attraversare sta cavolo di strada", ma piuttosto" se mi perdo, come sarà, fai in modo che pure se allungo un po' il giro, arrivi da qualche parte che ne sia valsa la pena!". Dopotutto mi sembra una richiesta ragionevole, o no?!
Ad ogni buon conto, e come dicevo alla mia cara amica Gnokka qualche settimna fa mentre vagavamo alle undici di sera nella campagna avellinese alla ricerca di una fetente di insegna che indicasse l'autostrada: " se ci dobbiamo perdere, almeno mettiamo a posto la pancia!". Deve essere stato pure istinto di sopravvivenza perdere la strada verso la Salerno Reggio Calabria ma imbattersi in una festa di paese a Tavernola di San Felice frazione di Ajello del Sabato( e dico, frazione....quante anime non saprei dirlo) dove mettere a tacere lo stomaco con un sostanzioso panino alla salsiccia e altrettanto sostanzioso piatto di pasta ai fungi( si era detti: " vedrai che dopo il panino non avremo più fame"....se se...!).
Per chi si perde, per chi pensa che perdersi con la fame sia anche peggio suggerisco vivissimamente una sosta: che abbiate fede o meno, trovare qualcuno che vi porga un piatto profumato forse non vi farà trovare la strada, ma ritrovare, almeno fino all'ultimo maccherone, un bel sorriso soddisfatto.

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